Forme della conoscenza nel Rinascimento
Marco Matteoli
Aristotele nel De anima, cercando di delineare una via intermedia tra il 'fisicismo' dei presocratici e lo sfondo metafisico della gnoseologia platonica, fissa in maniera problematica il rapporto tra la dimensione intellettuale e l'esperienza sensibile. Da una parte, infatti, sancisce la separazione dell'anima razionale rispetto alla corporeità (della quale è 'forma'), dall'altra ne sottolinea la dipendenza in termini gnoseologici, stabilendo come privilegiato oggetto del conoscere l'essenza formale delle cose esperite dai sensi. Tale impostazione produce, fin dai primi commentatori della scuola peripatetica, non poche controversie e spinge i molti interpreti ad 'inventare' nuovi oggetti e concetti teorici per affinare questa prospettiva, talvolta piegandola a visioni più platonizzanti o, al contrario, maggiormente centrate sulla dimensione empirica. Nel Medioevo i commentatori arabi contribuiscono poi a stabilire lo 'standard' per la definizione della topografia e la fisiologia delle facoltà sensibili e intellettive, mentre Tommaso d'Aquino fornisce l'interpretazione più completa ed efficace dei processi conoscitivi, divenendo l'interlocutore principale, sia in senso positivo che negativo, per le discussioni successive, almeno fino al ritorno della scolastica del XVII secolo e al progressivo superamento di tali impostazioni da parte degli autori moderni. È a partire da questi riferimenti teorici che si andranno dunque ad analizzare i testi di Girolamo Fracastoro e Giordano Bruno, i quali, all'interno delle due principali direttrici interpretative sopra accennate – il platonismo presente nella matrice araba e in autori come Agostino, oppure l'«empirismo» di studiosi che ricercavano maggiore fedeltà alla fonte aristotelica, sovrapponendogli tuttavia fonti presocratiche – terranno posizioni personali piuttosto originali e non identificabili pienamente né con l'una, né con l'altra tendenza. Dopo l'analisi dei loro testi, si metterà poi in luce come certe istanze proposte da entrambi questi pensatori, soprattutto in merito al rapporto tra esperienza sensibile, fantasia e conoscenza astratta, riemergeranno anche nella particolare gnoseologia di Spinoza, tracciando un'inedita linea di confronto.
Docente: Michele Ciliberto
Corso: Teorie del potere nel Novecento
Didattica integrativa: Marco Matteoli
Orario: lunedì 15:00-17:00, mercoledì 15:00-17:00, venerdì 11:00-13:00